Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIII – 10 ottobre 2015.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Un caso di ipersessualità femminile con abuso pedofilico per incesto madre-figlio. Lamy, Delavenne e Thibaut hanno descritto il caso di una donna affetta da disturbo da ipersessualità e ritardo mentale, che considerava il proprio bambino come un sostituto del partner sessuale. Le donne pedofile e i casi di incesto madre-figlio sono spesso misconosciuti e non diagnosticati. Questa donna presenta tratti comuni con gli aggressori sessuali pedofili descritti in precedenza, ma se ne discosta perché, pur presentando la gratificazione sessuale deviante e l’ipersessualità delle altre donne che abusano dei bambini, a differenza di queste non riferisce fantasie pedofiliche [Arch Womens Ment. Health – Epub ahead of print Sep 28, 2015].

 

Un gene associato a disfunzione dei movimenti oculari nella schizofrenia può aiutare a comprendere l’origine della psicosi. Le persone affette da schizofrenia presentano varie anomalie dei movimenti dell’occhio in compiti sperimentali. In particolare, la disfunzione dei movimenti esplorativi sembra specifica della schizofrenia. Ma Y. e colleghi dell’Università di Pechino, studiando 128 pazienti confrontati con 143 persone non affette, hanno localizzato loci su 5q21.3 associati al controllo del tratto della disfunzione oculare. Uno studio del prodotto genico potrebbe aiutare a comprendere le basi genetiche della psicosi. [Sci Rep doi:10.1038/srep10299,2015].

 

Il ruolo del manganese nell’Alzheimer evidenzia l’importanza del deficit di ferro. Un eccesso di manganese dovuto ad inalazione di aria inquinata o pesticidi ha effetti neurotossici sul cervello; una ricerca cinese e giapponese, riportata sul Journal of Alzheimer’s Disease, ha indagato il ruolo che questo ione metallico può avere nel declino cognitivo e nelle sviluppo di malattia di Alzheimer. In 40 adulti anziani, i livelli di manganese erano correlati con una ridotta prestazione cognitiva, demenza e livelli della degenerazione neurofibrillare caratteristica dell’Alzheimer. È importante sapere che un carente apporto di ferro con la dieta accresce i livelli di manganese.

 

Per comprendere la psicopatologia dello sviluppo, l’approccio sostenuto dalla nostra società scientifica sta acquisendo sempre maggior credito. Pollak del dipartimento di Psicologia dell’Università di Wisconsin-Madison (USA), sul fascicolo di ottobre di World Psychiatry, fa rilevare come gli psicopatologi che approcciano scientificamente lo studio dei disturbi dell’infanzia hanno sempre più ridotto il riferimento alle categorie diagnostiche del passato ed accresciuto l’interesse per la comprensione della fisiologia e della patologia dei processi alla base di abilità e funzioni psichiche, cercando di indagare l’origine dei fattori di disturbo alla base di risposte maladattative che, nell’interazione con tutto lo spettro dei fattori di predisposizione ed ambientali noti, generano le forme cliniche, attualmente spesso considerate come classi di entità statiche e separate fra loro. [World Psychiatry 14 (3): 262-269, 2015].

 

I sottovalutati effetti della carenza di ferro sul cervello richiedono maggiore attenzione. Nelle “Notule” del 26 settembre (v.) abbiamo dato notizia del primo report in vivo che ha documentato livelli sottocorticali totali di ferro più bassi nelle donne di età media ed avanzata, ma sappiamo bene che gli effetti della carenza di ferro sul cervello sono ancora notevolmente sottovalutati. Il deficit dello ione metallico riduce la neurotrasmissione e rallenta il metabolismo dei neuroni a tutti i livelli; numerose evidenze sperimentali hanno associato la carenza di ferro con deficit cognitivi di bambini ed adulti. È importante notare che i difetti che si possono produrre nelle prestazioni dell’adulto, spesso non sono riconosciuti dalla persona che ne è affetta e richiedono un testing cognitivo accurato per essere svelati.

 

Notule

BM&L-10 ottobre 2015

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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